A Luigi Veronelli il vigneto dei Frassitelli regalava un’ebrezza speciale, da lassù quasi in cima al Monte Epomeo, che è la montagna sacra da cui tutto si vede e domina l’isola e il golfo di Napoli fino alle coste laziali.
Il giornalista e scrittore ne parlava come un luogo magico incastonato nelle parracine, i muri a secco di pietra verde, discutendone appassionatamente con il mitico co-patron d’antan, don Mario D’Ambra, lo «special one» che rilanciò l’azienda D’Ambra Vini su vasta scala insieme ai fratelli Michele e Salvatore, a partire dagli Anni Cinquanta.
Veronelli esaltava un’epopea di vignaioli cominciata nel 1888 che andava condivisa con il mondo, esportando il nome e i profumi di Ischia. Evocando quella storia che, nel tempo, si è evoluta conquistando migliaia di appassionati e intenditori, si è celebrata di nuovo la vendemmia collettiva in alta quota, con Andrea D’Ambra che è il custode di questa missione avvincente con le figlie Sara e Marina che, a loro volta, personificano la quarta generazione di una vocazione all’eccellenza.
Dopo lo stop per il lockdown, tanti contadini guidati dal magistrale Melitone Mattera, il supereroe senza tempo difensore dell’Uva Perfetta; e amici con un’infinità di bambini, e pure con l’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo quale ospite d’onore, si sono riuniti dove i filari crescono nell’areale di produzione posto più in alto, tra quelli delle isole mediterranee: oltre i 550 e fino a 650 metri sul livello del mare. È un record antico ed è l’interpretazione più genuina della viticoltura eroica.
A Tenuta Frassitelli il lavoro si svolge grazie alla forza delle braccia, e l’elemento meccanico è rappresentato da un serpentoso trenino a cremagliera: ha sostituito i muli e scavalca le forti pendenze, collegando i terrazzamenti che si specchiano sul versante sud occidentale di Ischia.^ Andrea D'Ambra
C’è un paesaggio favoloso e trionfa la natura selvaggia, tra essenze aromatiche, grotte e cisterne di raccolta dell’acqua piovana ricavate sul fianco della Pietra Martone, austera e glabra, monumento geologico alla bellezza che dà pure il nome alla vigna condividendolo con l’imperscrutabile Tifeo, signore delle leggende vulcaniche.
La festa ha interpretato lo spirito dei riti tradizionali: il taglio dei grappoli è continuato ininterrotto fino a quando è scoccata la pausa sacra del pranzo con il coniglio all’ischitana, totem di una giornata mista di fatica e soddisfazione. In questa zona, tra i quattro ettari di proprietà, nasce il «cru» di Biancolella, il Tenuta Frassitelli appunto, che incorpora le virtù di Ischia e i successi aziendali.
«La vendemmia nel vigneto di famiglia rappresenta un momento di condivisione, rinnova un rapporto d’amore con la gente e il territorio. La tradizione va preservata in modo popolare», ricorda Andrea D’Ambra che è anche presidente provinciale di Coldiretti. Oltre il fattore simbolico, c’è l’aspetto molto concreto e coerente che caratterizza l’attività di chi ha ormai raccolto il testimone, come le figlie di Andrea, Sara e Marina: anche per loro è fondamentale la riconquista delle terre coltivate.^ Melitone
Ogni albero di vite è un pezzetto di isola sottratto alla potenziale cementificazione. Gli esempi? Le vigne già recuperate da «Tenuta Belvedere» ad «Aita», «Vigna dei mille anni» e così via, da Campagnano a Serrara Fontana, da est a ovest. «Ogni vitigno piantato riconduce alle radici e spiega chi siamo». Sintetizza l’appartenenza. Di fatto, quella dei Frassitelli, come quelle che si sono svolte altrove, è stata una vendemmia identitaria. «Vogliamo dimostrare che rappresentiamo la continuità – sottolineano Sara e Marina D’Ambra – per disegnare, un grappolo alla volta, una mappa diversa del futuro»
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